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Il Sindacato Autonomo al fianco dei Lavoratori

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Il messaggio del Segretario Generale

Crediamo che sia sotto gli occhi di tutti che in questi ultimi anni ci sia stata una deriva morale anche del Sindacalismo italiano. Non solo la politica ha preso una pericolosa china di deriva morale, ma anche coloro che dovrebbero rappresentare il baluardo del rispetto delle regole hanno ammainato la bandiera. Crediamo che la pericolosa deriva sia partita dagli anni ’90 e via via si sia allontanata dal virtuoso solco tracciato da Gramsci e dal dibattito sulla lotta di classe tra correnti più o meno vivaci del PSI nel primo dopoguerra.

Ma Gramsci e Bordiga sono oramai morti, ha ancora senso parlare di loro?

Ha ancora senso porsi problemi e cercare delle risposte dopo tutti questi anni?

Noi crediamo altresì che mai come adesso sia importante riflettere sul significato del dibattito iniziato oramai 100 anni fa. Allora non esistevano strumenti di conoscenza e di multidisciplinarità come oggi, eppure allora le problematiche venivano affrontate con serietà. Tanto è stato fatto da allora ad oggi, ma oggi esistono più precari che lavoratori certi del proprio posto. Allora non esistevano le mille sfaccettature contrattuali dove i lavoratori sono considerati non solo come componente del costo produttivo, ma persone. Non è chiaro ai più che dietro ogni lavoratore ci sia una storia, un pensiero, dei sentimenti, dei bisogni, delle istanze, insomma dietro ognuno di noi deve esistere una comprensione per la nostra storia perché non vogliamo essere una massa. Non vogliamo che a decidere della nostra vita e della nostra sopravvivenza siano persone senza scrupoli che rincorrono il profitto senza porsi il problema di quanto costa quel profitto e soprattutto chi lo paga. Forse non è chiaro che se qualcuno guadagna, qualcun altro ci rimette. Eppure per uno che si arricchisce ci sono mille che muoiono, a volte di fame, a volte di malattie terribili, a volte di solitudine e depressione.

Non siamo d’accordo ad avallare tutto ciò.

Non siamo d’accordo che i lavoratori e più genericamente coloro che vivono una vita di lavoro, non abbiano la dignità che gli spetta, non abbiano una decorosa abitazione e soprattutto non abbiano un domani. Vediamo che vengono spesi continuamente milioni e milioni di denaro pubblico verso opere inutili, costose e non vengono impiegati per garantire alla povera gente nemmeno il livello minimo di dignità.

Noi non siamo d’accordo. Solo parole? Proveremo a far parlare i fatti.

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